Trenta anni sul documento di identità, la maggior parte dei quali passati a tirare racchettate contro una pallina gialla in giro per il mondo, sui campi d’erba, di terra, di cemento. Una vita vissuta alla grande per Andy Roddick, che può vantarsi di aver avuto una carriera straordinaria, con ben 32 tornei vinti e la soddisfazione di essere arrivato sino alla prima posizione dell’ATP. Ma ora è arrivato il momento di dire basta per il tennista statunitense, che proprio nel giorno del suo trentesimo compleanno, annuncia il ritiro dai circuiti che contano.
L’annuncio di Andy Roddick arriva un po’ a sorpresa nel bel mezzo degli Us Open:
Ho deciso che questo sarebbe stato il mio ultimo torneo. Questo è il momento giusto. Non so se sono abbastanza sano e posso impegnarmi nel migliore dei modi per continuare a giocare anche l’anno prossimo.
Andy Roddick non è stanco del tennis, ma di tutto l’impegno e la concentrazione che comporta il mondo del professionismo, dopo anni ed anni di allenamenti, privazioni e viaggi interminabili in giro per il Globo. Un mondo che comunque gli ha regalato non poche soddisfazioni, compresa quella di “assaggiare” il primo gradino del podio, conquistato nel novembre del 2003, quando lo statunitense festeggiò la prima posizione della classifica ATP, scavalcando Juan Carlos Ferrero.
Tredici settimane da numero uno del mondo non sono affatto male per uno che a diciassette anni voleva abbandonare il mondo del tennis per l’ennesimo match perso a livello giovanile. E invece Andy Roddick non ha desistito, regalandoci colpi di classe pura in più di dieci anni di professionismo, grazie ad un gioco d’attacco pressoché continuo, ad un servizio prossimo al record del mondo e ad un dritto invidiato da molti.
Doti che potrebbero consentirgli di continuare ancora per un po’ nei circuiti di mezzo mondo, ma forse è giusto smettere adesso, a trenta anni suonati e dopo aver incantato le platee con colpi da gran maestro.