Un’altra bella storia da raccontare in quel di Londra, dove sono in corso le Paralimpiadi 2012. A portare in alto la bandiera tricolore questa volta è Pamela Pezzutto, pongista trentunenne friulana, arrivata in Inghilterra con la speranza di salire sul gradino più alto del podio, dopo l’argento conquistato a Pechino quattro anni fa. Pamela non è riuscita nell’impresa, cedendo ancora una volta nell’atto finale, ma resta la soddisfazione per aver portato a casa una nuova medaglia.
Ad imporsi è la cinese Jing Liu, che già a Pechino aveva superato la nostra pongista in finale. In quel di Londra l’asiatica è stata sempre in vantaggio, regalando sin da subito poche speranze all’azzurra. Alla fine il punteggio sarà di 3-0 per la Liu, con parziali di 11-8, 11-8 e 11-5. Una vittoria schiacciante, che però non toglie il sorriso dal volto di Pamella Pezzutto:
Sinceramente credevo di potercela fare. Mi aspettavo di giocare meglio, di saper cogliere meglio le debolezze della mia avversaria. Invece lei c’era su tutti i tiri, non riuscivo a piegarla con le palle corte. Ha sbagliato davvero pochissimo e non ho potuto fare niente. Mi spiace perché credo che a Rio non ci sarò per tentare la rivincita. Ho altri programmi per i prossimi anni, mi prendo un periodo di pausa.
Pamela abbandona per un po’ il tennistavolo e si lancia in una nuova avventura, puntando forte sulla vita familiare e sul desiderio di avere un figlio da Giuseppe, presente anche oggi al suo fianco.Voglia di tornare alla vita normale, dopo le luci della ribalta, gli applausi e le medaglie. Voglia di tornare alla vita normale, dopo quel terribile incidente che le cambiò per sempre l’esistenza:
Ero fuori con degli amici, stavamo rientrando a casa, ma sull’autostrada verso Pordenone un’auto ci ha tamponato, il nostro investitore andava veloce e ha avuto un colpo di sonno. Non essendoci il guard-rail, la nostra macchina è finita in un burrone. I miei amici non si sono fatti niente, ho preso io anche la loro parte.
E’ tempo di riprendersi quello che la sorte le ha tolto.