Quella tardiva di Lance Armstrong è solo l’ultima ammissione dell’uso di sostanze dopanti in ambito sportivo. Sospetti, inchieste, controlli, squalifiche: il doping non risparmia quasi nessuna disciplina sportiva ne a livello professionistico ne a livello dilettantistico. Spesso dietro al ricorso di sostanze illecite finalizzate al miglioramento delle prestazioni atletiche si consumano drammi umani e scelte consapevoli di ledere all’immagine dello sport, ma la realtà è che il doping è un sistema sorretto da medici e preparatori compiacenti, sponsor e interessi economici. da Ben Johnson a Maradona, da Marco Pantani a Danilo Di Luca, da Alex Schwazer a Lance Armstrong: ripercorriamo alcuni dei casi di doping più famosi ed eclatanti nella storia dello sport.
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Uno dei casi più sistematici e di larga scala riguarda la Germania dell’Est che dal 1968 al 1989 (anno della caduta del Muro di Berlino) collezionò quasi 500 medaglie olimpiche (tra Olimpiadi estive e invernali) molte delle quali ottenute attraverso un programma di unterstuetzende Mitteln, “mezzi di sostegno”. Casi positivi accertati: nessuno, come quasi nessuno riusci a sopravvivere a una mattanza che si riverserà anche nei danni biologici genetici ereditati dalla prole. Il doping di Stato sembra affermarsi soprattutto nei paesi dell’Est, dove l’immagine vincente dello sport è utilizzata come propaganda politica all’affermazione di modelli nazionalistici. Il caso forse più eclatante è da attribuire alla pesista, tedesca dell’est, Heidi Krieger (cinque volte sul podio olimpico) che in seguito alle massicce assunzioni di Oral-Turinabol è stata costretta a cambiare sesso.
Ma a contrapporsi al blocco sovietico non si risparmia il nutrito gruppo di atleti statunitensi che pur di affermarsi non esitano a doparsi. Non viene risparmiato nemmeno Carl Lewis (trovato positivo tre volte), ma il caso più scandaloso è quello di Ben Johnson che a tre giorni dal record 9″79 nei 100 metri di Seul ’88 viene trovato positivo al test antidoping.
La storia dello sport è costellata di episodi e ammissioni shock sull’uso di dopanti. Ai Mondiali Usa ’94 Diego Armando Maradona sembrò essere tornato in forma smagliante ma un controllo antidoping troncò per la seconda volta la sua carriera calcistica. Un caso che genera confusione è sicuramente quello del Pirata Marco Pantani. A stroncarlo nel 2004 fu un’overdose di cocaina, ma in carriera non fu mai trovato positivo a un test antidoping. E’ stato sospeso dal Giro d’Italia nel 1999 per un valore ematocrito troppo alto, un 52% che superava di un solo percentile la tolleranza ammessa. Da quell’episodio per Pantani iniziò il baratro che lo vide chiudersi sempre più in se stesso.