La Gazzetta dell Sport rende onore al grande ciclista Felice Gimondi inserendolo nella Hall of Fame del Giro d’Italia. Un dvd per raccontare le gesta di uno sportivo tra i più amati dal pubblico italiano, in parte eclissate dalle vittorie del “Cannibale” Merckx. Eppure la carriera di Felix De Mondi è costernata di vittoria perché molto più lunga e costante rispetto ad altri “mostri sacri” dell’epoca come Coppi e lo stesso Merckx. Venerdì si terrà una cerimonia presso Sala Montanelli di via Solferino a Milano, storica sede del Corriere della Sera.
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Felice Gimondi aveva tante rivalità ma mai con odio o polemiche. Gli scontri li aveva sulla strada in sella alla sua Bianchi. Non era il migliore scalatore dell’epoca ne il miglior cronometrista ma aveva un’intelligenza e una tattica al di sopra di chiunque altro. Sapeva attendere e attaccare al momento più propizio e soprattutto non mollava mai!
Questo il suo palmares:
“Tripla Corona” nel 1968 con la vittoria del Giro d’Italia (1969), Tour de France (1965) e Vuelta a Espana (1968). Vincitore del Giro anche nel 1967 e nel 1976, due secondi posto nel 1970 e e nel 1973 e quattro terzi posti nel 1965 (anno in cui vince il suo unico Tour de France), nel 1968 (vince la Vuelta a Espana) nel 1974 e nel 1975. Una grande impresa anche nel 1973 con la vittoria a Barcellona dei Campionati del mondo di ciclismo su strada. Con 6 ore 31 minuti e 26 secondi nella gara in linea, Gimondi si aggiudicò la medaglia d’oro impartendo una lezione di pura tattica a Freddy Maertens che dovette accontentarsi della seconda piazza. L’anno dopo trionfa nella Milano-Sanremo, una corsa che lo aveva visto sempre occupare la bassa classifica. Ma la vittoria più bella è senz’altro il Giro d’Italia del 1976 a 34 anni e a soli 19 secondi dal belga Johan De Muynck Brooklyn e a 49 secondi dall’italiano Fausto Bertoglio.
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