L’unico italiano tra i primi 10 in classifica al Tour de France è Vincenzo Nibali che indossa, per la sfortuna dei francesi, proprio la maglia di leader della classifica, la maglia gialla. Lo Squalo messinese dichiara di non voler certo diventare leggenda ma i francesi non gli credono e dicono che è un ciclista arrogante.
Uno Squalo in mezzo a due delfini titolava il quotidiano sportivo francese L’Equipe, celebrando l’ennesima tappa del Tour de France con Nibali in maglia gialla. Il corridore siciliano dell’Astana, ha dominato tutta la gara francese, ha controllato gli avversari sulle Alpi e li ha attaccati sulle salite più dure. Ha dato spettacolo e adesso, dopo Marco Pantani, sarà di nuovo un italiano a salire sul gradino più alto del podio del Tour di France.
L’Italia non conquista il giro di Francia dal 1998 e Nibali si può dire che abbia riscattato il ciclismo tricolore. Nibali corre da tantissimi anni e il suo cammino è stato pieno di sacrifici. Il campione siciliano non dimentica di ringraziare tutti quelli che lo hanno aiutato: in Sicilia i Cicli Fratelli Marchetta, poi in Toscana, fino all’arrivo alla Mastromarco.
Un ragazzo umile che tappa dopo tappa ha dimostrato impegno ed intelligenza sui pedali. Adesso è incitato dal premier e dal pubblico che si emoziona al suo passaggio. Ma Nibali dice:
“Io mi limito a far divertire le persone che mi ripagano degli sforzi dei sacrifici. Non penso di essere una leggenda o un grande campione”.
Chiunque interpreterebbe questa frase come un atto estremo di umiltà, eppure la Francia non sta certo ad ascoltarlo senza malizia e ritiene che il siciliano sia soltanto un finto umile. Forse dipende dal fatto che i suoi diretti inseguitori sono due francesi, cui è stato inflitto un distacco quasi umiliante. Pinot, in seconda posizione, ha un ritardo da Nibali di 7 minuti e 10 secondi. La stampa francese allora, non è clemente ed ecco cosa dice:
“Un punta di arroganza che richiama lo spetto di Armstrong” (Le Parisien)
“Nibali è l’emigrato siciliano che abbandonò l’isola che altrimenti ti soffoca come una piova e le sue ombre mafiose” (L’Equipe)
“Per fortuna sono finite le tappe di montagna altrimenti ci si poteva chiedere se l’italiano funzionasse con petrolio di contrabbando” (Liberation)
“L’ultimo sovrumano del Tour” (Le Monde)