Ad agosto è stata riaperta l’indagine sulla morte di Marco Pantani e i medici, così come i legali, a 10 anni dalla morte del Pirata, prendono ora in considerazione anche l’omicidio e non più solo il suicidio.
La novità nel caso Pantani è in un fax che è stato inviato 48 ore dopo il rinvenimento del cadavere, dal medico legale al magistrato che insieme al medico aveva effettuato l’autopsia sul corpo del ciclista. In quel fax indicato come riservato ed urgente, si stabilisce la data del decesso intorno alle 17.
Un orario che non è stato confermato da nessuno nonostante quel fax faccia parte della dotazione del tribunale. Il fatto è che questo medico legale sarebbe l’unico ad aver indicato le 17 come orario della morte. Gli altri, compreso il consulente pagato dalla famiglia Pantani, aveva detto che la morte del Pirata era avvenuta tra le 12 e le 12.30 di quel 14 febbraio.
Un’incongruenza che infittisce il giallo perché fa il paio con un altro particolare finora tenuta in scarsa considerazione. Quando il cadavere di Marco Pantani è stato trovato, al polso aveva un orologio Daytona cui era molto affezionato. L’orologio era fermo alle cinque meno cinque. Come mai? Perché si è fermato proprio a quell’ora? Una coincidenza strana sulla quale gl’inquirenti vorranno vedere chiaro.
Il giallo somiglia sempre di più a quello che i romanzieri chiamano giallo della camera chiusa anche se la camera, come dicono in molti, è stata aperta prima e anche dopo la morte di Marco Pantani, e non da lui. Per questo si parla di omicidio. Le persone che si pensa siano entrate in contatto con il Pirata, come hanno partecipato al decesso? Lo hanno istigato al suicidio? Gli hanno fatto una dose letale di stupefacenti?