Il diritto allo sport è dei bambini ma a garantirlo devono essere gli adulti
I bambini hanno diritto a fare sport ma hanno anche diritto a non essere dei campioni. Lo spiega bene la FIGC in questo decalogo che ogni educatore dovrebbe tenere a mente in ogni sport.
1) Diritto di divertirsi e giocare
2) Diritto di fare sport
3) Diritto di avere i giusti tempi di riposo
L’attività deve essere svolta in un clima psicologico sereno, sia negli allenamenti che in gara; nei gruppi squadra dovrà essere previsto un “turn-over” che permetta a tutti gli iscritti ad una Scuola di Calcio, indipendentemente dalle loro abilità tecniche, di essere convocati alla gara e di partecipare alla partita per almeno un tempo continuativo (senza interruzioni) dei primi due ed una cospicua porzione di minuti del terzo tempo. I tecnici hanno il dovere di rispettare e far rispettare tale norma. Nel caso dei due tempi sarà valida la stessa norma. È inoltre fatto obbligo che l’utilizzazione dei calciatori si limiti ad una sola gara per ognuna delle giornate fissate dai calendari dei tornei federali per Pulcini ed Esordienti (C.U. n°1 del Settore Giovanile e Scolastico).
4) Diritto di beneficiare di un ambiente sano
5) Diritto di praticare sport in assoluta sicurezza a salvaguardia della propria salute
Il benessere psicofisico può essere garantito “solo” da un’attività sportiva svolta: in strutture salubri e sottoponendo gli allievi alla visita di idoneità medico-sportiva prima dell’inizio dell’attività (requisito obbligatorio, in ottemperanza ad una legge dello stato); l’utilizzo di metodologie di allenamento, idonee al soggetto, non deve creare scompensi agli apparati in accrescimento, bensì benefici adattamenti; deve essere evitato, a queste età, l’uso di inopportuni ed inutili integratori alimentari, mentre saranno favoriti, una corretta alimentazione ed un comportamento etico che in caso di infortunio o malattia, che rispetti i giusti tempi di guarigione e recupero, evitando, se non indispensabile, l’uso ed in alcuni casi l’abuso di farmaci, ovviamente sempre in collaborazione con i medici competenti (Commissione Medica del Settore Giovanile e Scolastico).
6) Diritto di essere circondato e preparato da personale qualificato
7) Diritto di seguire allenamenti adeguati ai giusti ritmi
Le società affiliate alla F.I.G.C. che svolgono attività nelle fasce d’età 5-12 anni, fermo restando i limiti delle proprie possibilità organizzative, hanno il dovere di garantire la presenza nei ruoli tecnici e dirigenziali, di persone adeguatamente preparate sia tecnicamente che sul piano psicopedagogico, per un corretto sviluppo educativo sportivo e formativo dei propri allievi. Detti educatori devono acquisire conoscenze e competenze specifiche attraverso corsi, aggiornamenti e incontri informativi e didattici organizzati periodicamente dal Settore Tecnico e dal Settore Giovanile e Scolastico in collaborazione con le strutture periferiche del CONI (C.U. n°1 del Settore Giovanile e Scolastico).
8) Diritto di partecipare a competizioni adeguate alle varie età, seguendo allenamenti che corrispondano a giusti ritmi d’apprendimento
9) Diritto di misurarsi con giovani che abbiano le stesse probabilità di successo
Ogni bambino, bambina, ragazzo o ragazza, deve poter essere messo in condizione di esprimere le proprie potenzialità psichiche, cognitive, emotivo affettive, relazionali, motorie e tecniche, attraverso progressioni didattiche che corrispondano alle caratteristiche dell’età in oggetto. Il numero dei giocatori, le misure del campo, delle porte e dei palloni, la durata delle gare, degli allenamenti, devono essere in sintonia con le norme dettate dal C.U. n°1 per la stagione sportiva in corso, che hanno preso corpo attraverso sperimentazioni, esperienze ed adattamenti negli ultimi anni. Modelli di gara adeguati ad ogni fascia d’età, significano una tutela al naturale processo evolutivo dei giovani. Ogni anticipo o carico eccessivo, come pressione psicologica e tensione degli eventi, può comportare squilibrio non solo alla formazione tecnica, ma anche perdita di motivazione ed entusiasmo con relativo rischio per la prosecuzione dell’attività. (C.U. n°1 del Settore Giovanile e Scolastico).
10) Diritto di non essere un campione
I bambini che si sperimentano in un nuovo contesto di apprendimento sono tutti campioni, perché stanno provando a fare qualcosa che conoscono solamente nella loro rappresentazione: stanno imparando il gioco del calcio (C.U. n°1 del Settore Giovanile e Scolastico).