Una cerimonia brasiliana ricca di ottimismo e colore in un paese che fino a questo momento ha subito parecchi attacchi, dalla crisi economica fino al virus Zika. Il Brasile è un paese pieno di contraddizioni dove si vive bene ma si può anche morire facilmente per mano violenta.
L’accensione della fiamma olimpica di Rio è stata affidata al maratoneta Vanderlei che ha ottenuto il bronzo ad Atene ma poi ha subito anche un’aggressione. Chi è riuscito ad arrivare al Maracanà senza troppe difficoltà ha raccontato di questa cerimonia assolutamente delicata e dolce, semplice nell’organizzazione, in grado di conquistare il mondo con i suoi colori.
Nello scenario ripreso dalle telecamere di tutto il mondo c’è stato spazio per lo sport, ovviamente, ma anche per il mare e poi per la musica e per il carnevale, per i tricicli colorati che hanno portato il cartello delle nazioni che si disputeranno le medaglie olimpiche. A partecipare ci sono ben 206 paesi di cui si mescolano colori e storie.
Ad accompagnare la fiamma olimpica ci hanno pensato le voci di Caetano Veloso, Gilberto Gil e Anitta. E così si è visto arrivare Vanderlei Cordero de Lima, il maratoneta bronzo ad Atene che proprio in Grecia nel 2014 fu aggredito da un predicatore irlandese pazzo che gli fece perdere quella manciata di secondi utili a conquistare la vittoria che poi fu assegnata a Stefano Baldini. Vanderlei conquistò comunque il bronzo ma oggi aver scelto lui per infiammare le Olimpiadi è senz’altro da considerare una scelta simbolica importante.
Molto emozionante il boato che ha accompagnato l’ingresso al Maracanà degli atleti italiani guidati da Federica Pellegrini. Una prima medaglia simbolica che certamente ci dà l’entusiasmo giusto per iniziare le competizioni.