Il Marocco è stato chiaro: per ragioni di salute e ordine pubblico, non è il “momento opportuno” per giocare la Coppa d’Africa. È necessario posticipare le date altrimenti lo Stato ritira la sua candidatura. E così è andata: le date non sono cambiate.
La Confederazione Africana di Calcio (CAF) aveva dato cinque giorni di tempo al Marocco per confermare la sua candidatura ad ospitare la Coppa d’Africa, oppure a ritirarla, pena l’esclusione dalla competizione. La premessa è stata: nessun cambio di date. Adesso è certo che il più importante torneo calcistico africano per squadre nazionali non si giocherà in Marocco e bisognerà trovare al più presto un’altra location.
La Coppa d’Africa si dovrebbe giocare dal 17 gennaio all’8 febbraio 2015 ma i rischi relativi all’epidemia di ebola che si è diffusa in Africa occidentale e che ha causato la morte di 4900 persone, avrebbero fatto pensare ad un annullamento o ad un rinvio della Coppa al periodo tra giugno 2015 e gennaio 2016. Invece, la CAF ha confermato le date, in linea con il programma FIFA e soprattutto utili per via del fatto che non ci sono molti turisti in giro per il Continente. Il Marocco ha avuto la responsabilità di scegliere se ospitare o meno la Coppa d’Africa sapendo che ritirando la candidatura potrebbe anche essere escluso dalla competizione.
Adesso è probabile che si scelta un’altra location in base alla disponibilità degli stati: il Sudafrica, l’Egitto e il Sudan hanno detto di non poter ospitare la Coppa d’Africa mentre hanno dato la loro disponibilità il Ghana e la Nigeria. Il segretario della CAF ai microfoni della BBC ha ribadito che se non fossero sicuri che la competizione non è un rischio per i paesi ospitanti, non avrebbero tanto insistito nella conferma delle date. C’è stata perfino una consultazione con l’OMS.